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Visita dei sotterranei del castello di Cartignano
Visita dei sotterranei del castello di Cartignano
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Descrizione
Dal luglio 2010, nell'anniversario delle devastazioni del secondo conflitto mondiale che nel 1944 distrussero con brutali incendi tutto il paese e il castello, il Comune di Cartignano e la Proloco hanno inaugurato l'apertura dei sotterranei che continuerà in alcune occasioni dell'anno.
Per conoscere le prossime aperture del castello contattare il Comune di Cartignano.
Tel. 0171.900259
Breve storia del castello di Cartignano
Cartignano è l'unico comune della valle a possedere una vera dimora feudale. Gli altri castelli come quelli di Dronero, San Damiano e Acceglio furono poco più di torri di difesa organizzate solo per alloggiare una guarnigione di soldati.
Il castello di Cartignano, costruito dai Berardi di San Damiano forse nel 1440 come riportava un'incisione posta sul portale, è nominato per la prima volta in un documento del 1477. Esso ebbe un ruolo importante nell'insurrezione della valle contro Carlo Emanuele di Savoia nel 1592, causata dalla persecuzione che costui infliggeva particolarmente ai protestanti. Occupato il castello, Carlo Emanuele ne ordinò la demolizione, ma l'ordine non fu mai eseguito.
I Berardi sono reinvestiti nel 1601, a seguito del trattato di Lione, nella persona di Imberto. Il 13/5/1609, egli vende feudo e castello a Claudio Cambiano di Ruffia che, nel 1610, è infeudato anche di Celle e Pagliero. Nel 1820 il conte di San Marzano, erede dei Ruffia, dovette vendere il castello e beni feudali che furono acquisiti da Emanuele Massimo, notaio di San Damiano. All'inizio del ‘900 i Farina, che avevano ereditato il castello, vi aggiunsero una torre merlata in mattoni che andò a sommarsi a vari abbellimenti barocchi interni già realizzati nei secoli precedenti. Il 30 luglio del 1944 il castello venne bruciato, per rappresaglia, assieme a quasi tutto il paese. Ora, benché dall'esterno la mole dell'edificio appaia ancora in buone condizioni, l'interno è completamente in rovina. Interessanti sono i resti dell'antica cappella sotto i cui affreschi ottocenteschi raffiguranti la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre, la Natività di Cristo e le nozze di Cana, traspaiono alcune tracce medioevali. Le scale interne sono impreziosite da colonne di marmo i cui capitelli recano scolpiti stemmi e blasoni delle antiche casate nobiliari. Intatti sono solo rimasti i vari sotterranei dove ancora si vede la prigione, una cella di pochi metri quadrati sotto la torre rotonda verso il paese, e il pozzo con la sua pregevole vera in pietra lavorata.
Foto di Enrico Collo
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